COSA FANNO I CAV DI TUTTA ITALIA? ECCO I NUMERI DEL 2016

"Il Giornale" ha pubblicato i dati relativi all'attività 2016 dei 349 Centri di Aiuto alla Vita sparsi in tutta Italia: oltre 8.300 i bambini salvati e più di 20.000 le mamme in difficoltà aiutate.
Riproponiamo integralmente l'articolo.

Prevenire l’aborto si può. È questo il messaggio che traspare leggendo il dossier annuale sull’attività dei Cav, i centri d’Aiuto alla Vita, associazioni di volontariato vicine al Movimento per la Vita. Nel 2016 sono stati 8.301 i bambini nati grazie a questo servizio con 349 centri presenti in tutta Italia.

Ben 13 mila le donne aiutate durante i mesi di gravidanza e 18mila quelle aiutate anche se non gestanti. Dal 1975, anno di nascita dei Cav, ad oggi sono nati oltre 190.000 bambini e le donne aiutate sono state oltre 700.000 donne, delle quali meno della metà gestanti. Negli ultimi vent’anni i Cav si sono diffusi in tutta Italia con un aumento del 49%. Al Nord sono 187 i centri, uno ogni 174.000 abitanti, con un aumento del 19%, mentre nel Centro Italia sono 65 centri (+97%). Nel Sud e sulle Isole, infine, c’è stato un vero boom di nuovi Cav: attualmente sono 97 e hanno registrato un aumento del 112% in più rispetto a metà anni ’90. Sempre rispetto agli ultimi venti anni il numero medio di bambini nati per ogni Cav è aumentato del 50%.

Negli ultimi anni, a causa dell’aumento del fenomeno migratorio, le donne che si rivolgono a questi centri sono per la maggior parte straniere e, infatti, nel 2016, l’80% delle gestanti proveniva da oltre 90 paesi del mondo. Nel 57% dei casi le donne arrivano dall’Africa, soprattutto dal Marocco (23%) e dalla Nigeria (13%). Segue, poi, l’America Latina e l’Europa. Si tratta di donne prevalentemente giovani: il 55% di loro ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, il 20% di loro ha tra i 18 e i 24 anni, mentre il 22% supera i 34 anni. Nel 54% dei casi sono donne coniugate, ma disoccupate (35%) o casalinghe (40%) che pensano all’aborto a causa della crisi economica (49%). Solo il 9% dei loro uomini li costringe a interrompere la gravidanza, mentre il 36% è contrario all’aborto.

Il Movimento per la Vita offre a queste donne la possibilità di vivere serenamente la gravidanza e il primo anno di vita del figlio in una delle 41 case d’accoglienza che mette loro a disposizione. Nel 25% dei casi sono donne che arrivano ai Cav perché consigliate dagli amici e nel 17% sono le parrocchie a indirizzarle in questi centri. Minoritari sono i casi in cui sia un’altra utente di un Cav a suggerire a un’altra donna questa strada alternativa all’aborto (8%) oppure quelli in cui il consiglio arrivi dalle associazioni (7%) o dai consultori pubblici (5%). Le madri in difficoltà possono trovare aiuto nel servizio di assistenza di Sos Vita (800.813.000, www.sosvita.it) che è attivo 24 ore su 24 sia via telefono sia attraverso le web-chat e che le indirizza nel Centro più vicino, spesso anche nei casi di post –aborto.

Questi numeri si inseriscono in un contesto come quello italiano che, nel 2016, ha visto una consistente diminuzione di popolazione rispetto all’anno precedente (-76mila persone) e il numero delle nascite in rapporto alla popolazione è il più basso in Europa. Questo fenomeno è favorito, secondo il Movimento per la Vita, dalla situazione delle giovani coppie italiane che vanno a vivere insieme tardi e costruiscono una famiglia ancora più tardi. Infine si accetta la fine di un matrimonio con molta più facilità rispetto che nel passato.

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