47ª GIORNATA PER LA VITA: TRASMETTERE LA VITA SPERANZA PER IL MONDO

«Ogni nuova vita è speranza fatta carne»: nell’anno del Giubileo, non poteva che essere impregnato di speranza anche il Messaggio della CEI per la 47ª Giornata per la Vita, che si celebra in tutta Italia domenica 2 febbraio. Quella speranza che si può toccare con mano ogni volta che si fa una scelta che esprime fiducia nei confronti del futuro, nonostante tutto. Quella speranza che si ritrova anche nel desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, un desiderio capace di dare futuro a ogni società. «Tutti condividiamo la gioia serena che i bambini infondono nel cuore e il senso di ottimismo dinanzi all’energia delle nuove generazioni: per questo siamo vivamente riconoscenti alle tante famiglie che accolgono volentieri il dono della vita e incoraggiamo le giovani coppie a non avere timore di mettere al mondo dei figli».
I Vescovi condividono questo inno alla speranza, ma parallelamente si fermano a guardare e a riflettere su un mondo «in cui tanti bambini perdono la vita nei teatri di guerra, o sono vittime di malattie e di fame. O ancora è impedito loro di nascere: una “strage degli innocenti” – così la definisce la CEI – che non può trovare nessuna giustificazione razionale o etica e che induce molti, e soprattutto giovani, a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli».
La paura del futuro, la reticenza a impegnarsi per il prossimo, l’ostinazione a non riconoscere quella nuova vita appena formata come tale, unica e indisponibile: così la speranza si spegne, così l’io sovrasta il noi, così l’aborto diventa “rapida” soluzione sbandierata come diritto. Diritto di negare la vita a un altro essere umano. Proprio quello che accade quando si fa la guerra, quando non si aiuta il prossimo, quando muore la speranza.
«Quale futuro c’è per una società in cui nascono sempre meno bambini? La scelta di evitare i problemi e i sacrifici che si accompagnano alla generazione e all’educazione dei figli, come la fatica a dare sufficiente consistenza agli investimenti di risorse pubbliche per la natalità, renderanno davvero migliore la vita di oggi e di domani? Il riconoscimento del “diritto all’aborto” è davvero indice di civiltà ed espressione di libertà? Quando una donna interrompe la gravidanza per problemi economici e sociali esprime una scelta veramente libera o non è piuttosto costretta a una decisione drammatica da circostanze che sarebbe giusto e “civile” rimuovere?».
Domande che i Vescovi si pongono e ci pongono, soffermandosi poi su come il fatto che «nella coscienza di molti è scarsa o nulla la percezione della gravità dell’aborto, tanto da farlo passare per un “diritto”» si scontri con la verità di come «la difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi altro diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo».
Principi indiscutibili che, certamente, devono essere sostenuti da politiche e attenzioni rivolte alle mamme, alle famiglie, ai bambini stessi che devono trovare e trovarsi in una società disposta ad ascoltare, accogliere, accompagnare, consigliare, anche aiutare a capire che quel dono può essere accolto nonostante le difficoltà e che non ci sono difficoltà insormontabili perché la società dispone di tutti gli strumenti – ideologici e materiali – per sostenere quella donna e quel bambino, speranza per il futuro: «Occorre, pertanto, ringraziare e incoraggiare quanti si adoperano per rimuovere le cause che porterebbero all’interruzione di gravidanza – si legge ancora nel Messaggio CEI – offrendo gli aiuti necessari sia durante la gravidanza, sia dopo il parto, come fanno i Centro di Aiuto alla Vita che in 50 anni di attività in Italia hanno aiutato a far nascere oltre 280.000 bambini».
Ecco perché anche quest’anno, al termine di tutte le messe festive di sabato 1° e domenica 2 febbraio celebrate nella Diocesi di Saluzzo, il Centro di Aiuto alla Vita di Saluzzo, grazie a una fitta rete di volontari, distribuirà le primule e tutte le offerte raccolte saranno destinate al sostegno delle mamme che ogni giorno si rivolgono al Centro.
Per prepararsi alla Giornata per la Vita, infine, il CAV ha organizzato, come di consueto, una serata con un’ospite speciale per regalare una testimonianza concreta della potenza della vita, nonostante tutto: quest’anno siamo onorati di ospitare l’atleta paralimpica nonché Senatrice della Repubblica Giusy Versace nell’incontro che prende il titolo dal suo libro “Con la testa e con il cuore si va ovunque – La storia della mia vita”. Una vita cambiata all’improvviso, per un incidente che le ha tolto due gambe, e che lei ha saputo trasformare in un inno alla gioia. L’appuntamento è per domani (venerdì 31 gennaio) alle 20.45 presso la parrocchia di Maria Ausiliatrice: alla serata, organizzata dal CAV con la collaborazione della Diocesi, interverranno anche il coro e il corpo di ballo dell’Istituto Soleri-Bertoni di Saluzzo. L’ingresso è libero.